window.dataLayer = window.dataLayer || []; function gtag(){dataLayer.push(arguments);} gtag('js', new Date()); gtag('config', 'G-XZCLKHW56X'); Nelle dimore della mafia - Ereb

Nelle dimore della mafia

15/11/2023

Fier, 25 ottobre 2023

Avevo sentito parlare molto di KeBuono prima di iniziare a lavorarci. Quando ci sono andata per la prima volta, la bellezza del posto e dal modo in cui era stato ristrutturato e decorato mi ha colpita: le pareti bianche e gialle, l’insegna luminosa, la piccola biblioteca… Nessunɜ può immaginare cosa succedeva qui. Non si direbbe che qualche anno fa questa non era una pasticceria, ma un locale notturno di proprietà della criminalità organizzata.

Oggi la gente viene qui a comprare i panettoni, i gelati in estate, o a imparare l’arte della pasticceria tutto il resto dell’anno. Ma 20 anni fa questo posto sembrava davvero una cantina, era buio e un po’ nascosto. Nella sala principale c’era un grande bancone e al centro un palo per la pole dance. Il proprietario lo aveva acquistato con i soldi del traffico di droga tra Italia e Albania.

L’uomo è stato arrestato e condannato a Milano nel 2005. Il locale è stato sequestrato dalle autorità giudiziarie di Tirana e poi acquisito dallo Stato albanese. Nel gennaio 2018 è stato affidato all’associazione Engim per un periodo di cinque anni – con un contratto che è stato rinnovato nel 2022. È nato così il primo progetto albanese di utilizzo sociale dei beni confiscati alla mafia.

L’idea, su ispirazione di quanto succede in Italia, dove questa pratica è in vigore dal 1996, è quella di sottrarre i beni alla criminalità organizzata e permettere alla società civile di prenderne il controllo. È una risposta civica al sistema mafioso.

La prima cosa che abbiamo fatto quando ci siamo impossessatɜ dei locali è stata fare entrare la luce per allontanare il passato. Prima la facciata esterna era solo un muro di mattoni rossi, noi abbiamo messo dei vetri, per dare un messaggio molto chiaro di trasparenza e apertura.

Oggi la pasticceria è gestita da quattro persone: un direttore, la chef, un aiuto chef e una responsabile della logistica e delle consegne. Ci occupiamo molto di catering per eventi, ma anche di laboratori con ragazze e ragazzi – in 700 sono passatɜ di qui – e di corsi di formazione, spesso con donne che hanno attraversato vari momenti di difficoltà. Siamo diventatɜ una scuola di pasticceria. Infatti, l’attuale capo cuoco si è formata a KeBuono. In seguito, ha aperto una propria pasticceria di successo, poi è tornata a lavorare qui come chef.  Altre persone sono state assunte in pasticcerie più famose!

Ma non è tutto rose e fiori, non voglio mentire. L’anno scorso è stata dura, dal punto di vista finanziario. Abbiamo dovuto ripensare tutto il nostro modello di business. Ma tutto questo non ha nulla a che fare con il passato del locale, è qualcosa che può accadere a qualsiasi impresa sociale.

Da quando abbiamo rilevato questo posto e creato la pasticceria sociale, non abbiamo avuto alcun problema con la mafia. In Italia, luogo da cui provengo, so che non è sempre così. Credo che ciò che ha permesso che le cose andassero bene, da questo punto di vista, sia stato il fatto che il vecchio proprietario è in prigione, che la famiglia non era ovviamente interessata a riprendersi il locale e che non c’era nemmeno un’attività da concludere o riprendere qui. Tutto ciò ha fatto sì che ci abbiano lasciatɜ tranquillɜ.

A cinque anni dalla sua apertura, KeBuono è abbastanza conosciuto e citato come esempio. Un tempo era un luogo in cui si incontravano persone legate – chi più, chi meno – alla criminalità organizzata, ma ora funge da trampolino di lancio per ɜ locali. Da questo punto di vista, la nostra missione è compiuta. E abbiamo aperto la strada a questo sistema di uso sociale dei beni confiscati in Albania.

Eleonora

Eleonora è cresciuta in Italia. Ora vive a Fier e da un anno e mezzo lavora al progetto KeBuono con l’associazione Engim. Nel 2018, per la prima volta in Albania, è stata affidata a Engim la gestione di un immobile confiscato alla mafia, che ora ospita una pasticceria sociale. Il Paese ora ne conta X.

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