window.dataLayer = window.dataLayer || []; function gtag(){dataLayer.push(arguments);} gtag('js', new Date()); gtag('config', 'G-XZCLKHW56X'); N°19 - Lavorare sul campo - Ereb

N°19 – Lavorare sul campo

26/02/2024

Salzkotten, 14 febbraio
Ho imparato fin da piccola cosa significhi avere un’impresa agricola. Come agricoltrice, non posso semplicemente tirare giù lo schermo del PC e concludere così la mia giornata. Come agricoltrice, devo alzarmi alle tre di notte se gli animali non stanno bene – e comunque non dormo mai tanto durante il raccolto. Essendo figlia di contadinɜ, non sono mai andata in vacanza con la mia famiglia.

Abbiamo un’azienda agricola con 100 scrofe, 500 maiali e un po’ di terreni coltivati a colza, grano e orzo per gli animali. Sono cresciuta in questo ambiente, ma mi sono interessata al lavoro in stalla solo molto più tardi. Solamente dopo aver finito la scuola ho deciso che volevo diventare un’agricoltrice. Non volevo un lavoro d’ufficio.

La nostra è un’azienda agricola di famiglia: mio padre è un agricoltore, mio nonno lavora ancora in fattoria di tanto in tanto. Mio fratello sta scrivendo la sua tesi di laurea in scienze agrarie e lavora anche lui nell’azienda agricola. È una fattoria piuttosto dominata dagli uomini, la nostra.

Anch’io studio scienze agrarie, ma ogni volta che ho tempo do una mano, ad esempio castrando i maialini, lavando la stalla o dissodando i campi. Aiuto dove e quando c’è bisogno. Parlo molto della fattoria con mio padre, mi chiede cosa ne pensiamo io e mio fratello.

Per esempio, ora c’è un nuovo regolamento che prevede che i maiali debbano avere più spazio. Adesso bisogna garantire cinque metri quadrati di area per ogni scrofa. Quindi ora la nostra stalla necessiterà di uno spazio esterno, che è molto costoso e richiede molto tempo per la costruzione. Io e mio padre non sappiamo se ampliare la struttura o ridurre il numero di scrofe.

Dalla fine dell’anno scorso, ho fatto anche qualcos’altro per l’azienda agricola: andare insieme a mio padre alle manifestazioni dellɜ agricoltorɜ, nella mia regione e a Berlino. La mia prima manifestazione è stata all’inizio di gennaio a Paderborn. Siamo partitɜ dalla fattoria alle otto con due trattori. Abbiamo attraversato i villaggi vicini e abbiamo raggiunto alcunɜ amicɜ. Abbiamo così formato un convoglio fino ad arrivare al punto di incontro, lo stadio di Paderborn.

Pensavo che i trattori non si sarebbero fermati. Sempre più persone si sono unite alla protesta e sono venute con i loro mezzi. Tuttɜ quellɜ che avevano tempo hanno partecipato. Vedere tutte queste persone mi ha fatto sentire orgogliosa. C’era un grande senso di unità tra di noi.

Abbiamo poi fatto un giro lungo l’autostrada B1. I trattori hanno bloccato la strada per un bel po’ e la gente ai lati ci accoglieva con il pollice all’insù. Ho avuto la sensazione di fare qualcosa di importante.

Negli articoli sulle proteste è stato scritto molto sul fatto che la destra abbia usato le manifestazioni per i suoi scopi. Vorrei prendere le distanze da questo. Penso che sia stupido e forse anche ingiusto che distolgano l’attenzione dalle nostre richieste in questo modo. La protesta riguarda un’intera categoria professionale e le nostre preoccupazioni, non riguarda la caduta del governo.

Soprattutto, stavo protestando per avere una maggiore visibilità. Vengono introdotte continuamente nuove regole, è impossibile starci dietro. Nella loro attuazione veniamo lasciatɜ solɜ e ci dobbiamo sobbarcare spesso il peso di molta burocrazia.

La pianificazione è particolarmente importante per me che sono una giovane agricoltrice. Non varrebbe la pena per noi investire ora molto denaro nella conversione del fienile per vedere che poi, magari, tra tre anni, le misure sono già diventate obsolete. Nessuno può permettersi di ricostruire costantemente la propria azienda! Se tra dieci anni dovrò chiuderla perché non è più redditizia, allora non ha senso che oggi studi scienze dell’agricoltura.

Gli agricoltori tedeschi hanno già manifestato nel 2019 contro i requisiti più severi del governo in materia di fertilizzanti. Ho la sensazione che non sia cambiato nulla. La rabbia di allora è ancora presente. Sarebbe bello se qualcuno che ha un allevamento potesse dire la sua.

Gli animali della nostra fattoria mi stanno molto a cuore. Chi non sogna di trasformare la propria passione in una carriera? Certo, il lavoro è faticoso, ma quando guardo i campi e vedo crescere l’erba che ho piantato io stessa, provo qualcosa di speciale. Voglio fare questo lavoro per tutta la vita. Voglio avere un futuro in agricoltura, sebbene non sappia che forma potrà assumere.

Vivienne

Vivienne è cresciuta nella fattoria di famiglia nella Renania Settentrionale-Vestfalia, in Germania. Ora studia scienze agrarie per diventare un’agricoltrice come suo nonno, suo padre e suo fratello. È però preoccupata per il futuro dellɜ agricoltorɜ tedeschɜ.

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