window.dataLayer = window.dataLayer || []; function gtag(){dataLayer.push(arguments);} gtag('js', new Date()); gtag('config', 'G-XZCLKHW56X'); Quando tutto va a fuoco - Ereb

Quando tutto va a fuoco

28/09/2023

Nea Makri, 13 settembre
Siamo partitɜ da Corté alle 5.30 del mattino del 28 luglio. Dopo un viaggio durato circa 60 ore tra nave e strada, siamo arrivatɜ in Grecia a Nea Makri. E dalle 8 del mattino del 31 luglio, noi – un’unità di soccorso dei Vigili del Fuoco composta da 22 uomini e 3 donne – eravamo operativɜ, prontɜ ad aiutare le unità dei pompieri greci in caso di incendio.

Al nostro arrivo, gli incendi di luglio erano quasi tutti spenti. L’atmosfera era abbastanza normale, si percepiva che qualcosa era successo nelle settimane precedenti (più di 170.000 ettari sono andati in fumo in tre giorni, ndr), ma era tutto sotto controllo. Così per quindici giorni abbiamo fatto quello che era previsto nella nostra missione di preposizionamento del meccanismo di protezione civile dell’UE: conoscerci con le altre unità greche ed europee, fare manovre congiunte, vedere come lavora ogni squadra.

L’obiettivo era quello di coordinarsi per poter agire insieme nel momento del bisogno. E quel momento non si è fatto attendere, non appena le temperature sono aumentate e si è alzato il vento.

A mezzogiorno e mezzo del 21 agosto, siamo statɜ chiamatɜ per un grave incendio sull’isola di Eubea. L’isola di Eubea, conosciuta qui come Evvia, è unita alla terraferma greca da un viadotto. Due ore di macchina dalla nostra base ed eravamo lì. Intorno alla fattoria da cui eravamo partitɜ, più della metà della vegetazione era bruciata.

Altrove, più si andava avanti e più l’incendio diventava grande. Ben presto abbiamo trovato un’area in cui lottare contro il fuoco. Ci siamo messɜ su un sentiero per impedire alle fiamme di attraversare, perché dall’altra parte c’era una fitta vegetazione, quindi se avessimo lasciato che si propagassero, dopo un po’ sarebbe stato difficile fermarle.

Poiché il fuoco, spinto dal vento, accelerava, siamo riusciti a fare la nostra prima azione in questo punto, ma con difficoltà. Tuttavia, poco dietro di noi il fuoco è riuscito a passare. Ci siamo quindi spostati ai margini – la parte tra l’area bruciata e la vegetazione – per completare lo spegnimento.

Proprio quando pensavamo di avere la situazione sotto controllo, visto che il fuoco si era calmato, il vento è cambiato: nel Sud della Francia abbiamo più o meno la stessa vegetazione, ma non siamo abituatɜ a tanti cambiamenti del vento in così poco tempo. Lì, in un luogo dove pochi minuti prima c’era solo un piccolo focolaio stabile, un sergente ha sentito che il fuoco crepitava sempre più forte. In quel momento ci siamo resɜ conto che le fiamme non andavano più nella loro direzione originaria, ma venivano verso di noi! È presto è diventato un fronte lungo decine e alto diversi metri.

È stato un momento difficile. Noi e i nostri camion eravamo in pericolo. Ci siamo divisɜ: alcuni membri della squadra hanno portato l’attrezzatura in salvo e gli altri sono rimasti. Io sono rimasto e, parlando con il sergente greco, siamo riusciti ad anticipare la direzione dell’incendio, a fermarlo e a impedire che attraversasse la pista dove ci trovavamo.

Ma nel frattempo l’altro focolaio che era passato dietro di noi aveva bruciato la vegetazione che cercavamo di proteggere. Ci siamo resi conto che non potevamo più combattere e abbiamo interrotto la nostra azione in quel settore.

Più tardi, nello stesso giorno, s amo tornatɜ nella zona. Combinando le nostre risorse con quelle dei colleghi greci, abbiamo messo in atto un’operazione molto efficace per tutta la notte. E al risveglio, al mattino, avevamo completato lo spegnimento sui bordi. Quando abbiamo lasciato l’isola, circa 500 ettari erano andati in fumo.

Sono situazioni piuttosto impressionanti quelle che deve affrontare la Grecia: intere distese di vegetazione interessate da incendi giganteschi, che a volte si sviluppano senza che sia possibile alcun intervento a terra. Una pineta, ad esempio, che brucia senza che alcuna persona possa entrarvi.

Sono molto orgoglioso di aver aiutato i nostri colleghi greci nella lotta contro questi grandi incendi. Credo che quest’estate abbia rafforzato e dimostrato la necessità di questo meccanismo europeo. Naturalmente ɜ grecɜ sono preparatɜ a questi eventi, ma avere a disposizione così tante risorse e persone con un preavviso molto breve è un aiuto prezioso nella lotta contro qualcosa che all’inizio ci travolge completamente.

Nicolas

Quest’estate, Nicolas e 24 pompierɜ francesi hanno trascorso un mese e mezzo in Grecia per una missione di preposizionamento. Questo sistema, che consente alle unità di diversi Paesi europei di coordinare le proprie forze, è stato creato dal Meccanismo europeo di protezione civile in previsione degli incendi estivi. Nel giro di due mesi, questi incendi hanno devastato centinaia di migliaia di ettari del Paese e Nicolas e colleghɜ li hanno combattuti. Mentre la missione volge al termine, il capitano riguarda a queste calde settimane.

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