Ginevra, 24 aprile
Tuttɜ dicono che ciò che abbiamo fatto è qualcosa di storico. E lo è. Noi, le Anziane per il Clima, donne con un’età media di 73 anni, abbiamo portato la questione del clima e dei diritti fondamentali fino alla Corte Europea dei Diritti dell’uomo. E la protezione del clima è ora un diritto umano!
Per noi questa vittoria legale è la fine di una maratona durata otto anni. Quando nel 2016 abbiamo deciso di fare causa allo Stato svizzero per inazione climatica , personalmente non pensavo che saremmo arrivate così lontano… E pochi giorni prima del verdetto del 9 aprile, non pensavo nemmeno che la Corte avrebbe preso una decisione così forte.
Siamo arrivate a Strasburgo il giorno prima del verdetto. Da Ginevra, deɜ giornalistɜ sono salitɜ sul treno per viaggiare con me. Poi, a Basilea, altrɜ giornalistɜ sono salitɜ sul treno per coprire l’evento. È un qualcosa che ti immerge nell’atmosfera!
La sera, devo ammettere che non ho dormito bene. Eravamo piene di domande. Avevamo considerato ogni possibile situazione.
La mattina siamo arrivate molto presto alla Corte. C’era molta gente. Abbiamo aspettato in una stanza di fronte alla Grande Camera. La tensione e l’emozione stavano salendo. Alla fine ci è stato concesso di entrare.
Eravamo già state in questa sala un anno prima, per la nostra udienza pubblica. Rispondere alle domande dei 17 giudici della Grande Camera, che si occupa di casi importanti e complessi, è stato un momento molto forte, un momento magnifico. C’erano media da tutto il mondo perché era una prima volta, e soprattutto, di fronte a noi, c’era la Confederazione svizzera.
Quel giorno, l’intervento di Jenny Sandvig, rappresentante della Rete europea delle istituzioni nazionali per i diritti umani, mi ha lasciato un’impressione indelebile. Ha detto alla Presidente della Corte: “Poche persone hanno il potere di cambiare il corso della storia. Lei ce l’ha”.
Il 9 aprile l’atmosfera era diversa. Eravamo un po’ più tese. Stavamo aspettando la sentenza e tutto è durato molto di più di quanto immaginassimo. Mentre la presidente argomentava la decisione della Corte, io e l’avvocato di lingua francese accanto a me ci guardavamo. Lui sussurrava “aspetta, sta andando bene”, mi faceva l’occhiolino, le teste si giravano, ma noi dovevamo restare calme. Non ci era permesso gridare di gioia nella stanza.
Quando siamo uscite, c’è stata un’esplosione di emozioni. Ma ci è voluto un po’ per capire la portata di quel momento!
La sentenza parla di violazioni della Convenzione europea dei diritti dell’uomo da parte della Svizzera per non aver attuato misure sufficienti per combattere il cambiamento climatico. In primo luogo, vi è la violazione dell’articolo 8 relativo al diritto alla salute e alla vita privata e familiare. Poi c’è la violazione dell’articolo 6, che garantisce l’accesso a un tribunale, cosa che non abbiamo avuto in Svizzera.
Non ci sono statɜ giudici coraggiosɜ nei nostri tribunali svizzeri. Non è che la nostra richiesta sia stata accolta male in Svizzera, non è stata accolta affatto! (Prima di rivolgersi alla CEDU, le Anziane per il Clima si erano rivolte al governo svizzero, al Tribunale amministrativo federale e al Tribunale federale, ndr.) Siamo state accolte con argomentazioni terribili. Ci è stato detto che non avevamo ancora raggiunto i due gradi, che non eravamo statɜ abbastanza colpitɜ. È sconcertante.
Nella nostra associazione ci sono donne che sono state colpite fisicamente dalle ondate di calore che si sono verificate dal 2003. Durante l’estate del 2003 ci siamo rese conto che avremmo vissuto cose terribili. Sono morte molte persone, molte delle quali anziane.
E tutti i report ci mostrano che sono state le donne a essere particolarmente colpite: problemi respiratori e cardiovascolari, malori, esaurimento… Le donne anziane sono particolarmente vulnerabili ai cambiamenti climatici. È questo che ci ha motivate a creare questa associazione di donne anziane per intraprendere l’azione legale.
Invece di dirci: “è pericoloso, state a casa!” quando fa molto caldo, i governi devono agire. Subire una reclusione climatica, no grazie! Si tratta di una questione di benessere, di salute, di diritto alla vita e a una vita familiare dignitosa. Questo è ciò che dice la sentenza.
Ma la nostra vittoria è una vittoria per tutte le generazioni. Ora, se si intraprenderà un’azione legale, i Paesi del Consiglio europeo dovranno fare i conti con questa giurisprudenza. La Svizzera dovrebbe cogliere questa sentenza come un’opportunità. Dovrebbe dare l’esempio e mostrare la strada agli altri Paesi europei, che dovranno anch’essi adeguarsi.
Anne
Anne è un’attivista ambientale di lunga data. Nel corso della sua carriera di rappresentante eletta, ha scoperto che “il coraggio politico ha una geometria variabile”. Così, dopo il suo ultimo mandato nel 2015, ha unito le forze con Le “Anziane per il clima” in una lunga e vittoriosa battaglia legale, che ha portato questa associazione di donne over 64 alla Corte europea dei diritti dell’uomo.