Napoli, 6 marzo
La figura del femminiello è sempre stata presente a casa mia. Giù, all’angolo della strada, c’era questa femminiella che si chiamava Gina. Vendeva le sigarette – si fa questo a Napoli, nei quartieri popolari del centro, per sopravvivere, da sempre. Lei è sempre stata parte della mia famiglia.
Il problema, allora, era mettere il piatto in tavola, non il modo in cui una persona si voleva mostrare. Storicamente, il femminiello era una persona povera, religiosa, ma era anche una persona che accettava la propria femminilità pur non volendo fare una transizione. Infatti molte si facevano chiamare anche con il loro nome di battesimo maschile. E questo perché, essendo molto religiose, accettavano la propria identità, pur sapendo di uscire da alcuni canoni.
A me, per esempio, piace essere drag, e per questo ho deciso di non effettuare tipologie di transizione, proprio per cambiarmi quando voglio. Voglio modellarmi, voglio trasformarmi. A volte voglio eccellere, a volte voglio sentirmi una casalinga napoletana. Così come mi piace anche il mio essere maschile. Mi sento una persona non binaria, ma per la realtà che c’è oggi qui a Napoli, sono più male presenting.
Nonostante storicamente il femminiello a Napoli sia una figura rispettata, che ha sempre avuto un ruolo sociale e culturale, qui non è il paradiso. Il femminiello è una persona che vive ma soprattutto deve imparare a sopravvivere. Non può permettersi di vivere a prescindere per quello che è. Deve prima imparare a fare i conti con la realtà esterna.
Jupiter
Jupiter è nata e cresciuta a Napoli. Ha due profili Instagram, che coesistono così come le sue due identità: quello di Jupiter, drag della scena ballroom napoletana, e quello di Antonio, il nome che è scritto sulla sua carta d’identità.