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Felicemente sobriɜ

31/01/2024

Helsinki, 17 gennaio
Sono passati quasi 30 anni dalla prima volta che ho sentito il termine “straight edge”. E ricordo di aver pensato tra me e me: “Ok, non ne farò mai parte”.

All’epoca ero un adolescente con tendenze alternative di sinistra, il tipo di persona che faceva skate, fumava e faceva cose stupide. Ascoltavo musica punk, compresi i Minor Threat, la band che ha dato vita all’espressione “straight edge” (che indica la scelta di non consumare alcol, tabacco o altre droghe, e che in seguito è diventato uno stile di vita spesso associato ai diritti degli animali e all’antifascismo). Io e ɜ miɜ amicɜ rispettavamo le persone che lo facevano, ma semplicemente non faceva per noi. Mi piaceva l’alcol, fumare l’erba e così via. Quello che volevamo era fare festa e divertirci. Era così che volevo vivere la mia vita!

Ed è esattamente quello che ho fatto. Bevevo tantissimo.

Poi un giorno, quattro anni fa, mi sono ritrovato in uno stato terribile. Mi sono risvegliato in bagno, vomito dappertutto, e la mia fidanzata mi ha detto: “Ville, che succede?”. È come scattata una molla: il tipo di situazione in cui ti trovi a un bivio con due sole scelte possibili. Nel mio caso, o smetterla con il bere e tutto ciò che ne consegue, o morire.

Mio padre era un alcolizzato. Dopo i 30 anni, mi sono reso conto che stavo facendo le cose che odiavo veder fare a lui. Ripetevo gli stessi errori, che diventavano sempre più grandi. Essere completamente ubriachɜ a 17, 25 o 42 anni non è la stessa cosa, c’è un sapore diverso.

Così il 14 dicembre 2019 ho smesso con tutto.

I primi mesi sono stati una merda. Non mentirò, è stato difficilissimo. Poi, mi sono imbattuto di nuovo nel concetto di straight edge. Ho iniziato a pensarci su e mi sono detto: “Ho smesso di bere, ho smesso di fumare, non sono mai stato razzista, sono vegetariano…”. In effetti, quasi senza volerlo, ero diventato uno straight edge!

Questo cambiamento ha stravolto la mia vita. Prima, per me tutte le cose belle accadevano dopo mezzanotte, ora accadono al mattino. A livello sociale, la mia cerchia è cambiata. Non sono più la persona che chiami il venerdì sera. Bisogna essere prontɜ a sentirsi un po’ soli.

D’altra parte, tutte le cose migliori della mia vita sono successe dopo. Per esempio, sono un fotografo e un musicista, e sono convinto che oggi le cose non andrebbero così bene con la mia band MOON SHOT e col mio lavoro se non fossi diventato straight edge. Non consumare sostanze tossiche per il mio corpo mi permette di avere così tanta energia per altre cose, con uno spirito chiaro e positivo. Mi consente di essere sempre me stesso. Le persone si fidano di me.

Non c’è una scala di valori che classifica l’essere o il non essere straight edge o sobriə, ma questa è un’altra cosa. Essere straight edge non significa solo essere astinentɜ. Si può essere sobrɜ, ma essere comunque razzistɜ o sessistɜ; invece non si può essere straight edge e comportarsi da stronzɜ.

Sembrerà melenso, ma per me straight edge è quello sguardo che, se incontrassi unə sconosciutə a tarda notte in una strada buia, mi farebbe dire all’altra persona: “Sono qui, non ti farò nulla di male, ti aiuterò se ne hai bisogno, tu aiutami se invece dovessi aver bisogno io”. È la capacità di non comportarsi male anche quando si potrebbe, di provare compassione per qualcunə, indipendentemente dalla sua provenienza. È anche la convinzione di non meritare nulla di meglio di qualsiasi altra persona, e quindi di agire in accordo con questa idea di uguaglianza.

Non metto l’aureola sulla testa delle persone straight edge, siamo egoiste come tutte le altre, se non di più. Ma in un’epoca così egocentrica e consumistica, questo stile di vita è un po’ ribelle. Essere straight edge significa anche saper dire di no.

Spesso le persone invecchiano, si rassegnano e pensano: “Non posso cambiare le cose, quindi comprerò una macchina e avrò tre figli”. Io ho 42 anni e ho ancora questo approccio piuttosto ingenuo alla vita, che consiste nel dire che si può avere un peso sul mondo. Non sono il tipo di persona che sta in prima linea sulle barricate, ma è qualcosa che è radicato in me.

Ville

Sebbene oggi Ville indossi con orgoglio un cappellino con la scritta “straight edge”, gli ci è voluto un anno prima di identificarsi chiaramente in questa maniera, per la “paura di tornare a bere”. Mentre questo fotografo e musicista finlandese scrive un libro sul suo percorso, da un consumo massiccio di alcool a uno stile di vita privo di etanolo, tabacco e carne animale, fa il punto sulla sua vita prima e dopo questo cambio d’approccio.

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