window.dataLayer = window.dataLayer || []; function gtag(){dataLayer.push(arguments);} gtag('js', new Date()); gtag('config', 'G-XZCLKHW56X'); N°4 - Ai Due Lati Del Nagorno-Karabakh - Ereb

N°4 – Ai Due Lati Del Nagorno-Karabakh

10/08/2023

Seattle, 19 luglio 2023
Tre mesi prima dello scoppio della guerra, ero a una festa di compleanno. Stavo parlando con un ragazzo che aveva lasciato l’Armenia un anno prima, quando questo mi disse: “Se l’Azerbaigian invade l’Arstakh, perderemo”. (Arstakh è il nome armeno del Nagorno-Karabakh, ndr). Io risposi: “Non c’è nessuna possibilità che questo accada”. Ero ingenuo e completamente estraneo alla realtà dell’Armenia e dell’Azerbaigian, non avevo idea di cosa stesse succedendo.

Mio padre è armeno, mia madre azera. Entrambɜ sono natɜ e cresciutɜ a Baku. Io sono nato a Baku nel giugno1989, l’ultimo anno in cui vi sono natɜ bambinɜ armenɜ. Pochi mesi dopo, la città non era più sicura per lɜ armenɜ. Ma quando i miei genitori si conobbero, a Baku c’erano 20.000 armenɜ, e le loro origini non erano un problema. Si trattava di una persona sovietica con un’altra persona sovietica. Conducevano una vita facile e non avrebbero mai lasciato la città se l’URSS avesse continuato a esistere.

Tuttavia, nel 1989, tutto si ruppe. Quando l’Unione Sovietica collassò, emerse un nuovo Stato e furono create due repubbliche. Non c’era più alcuna possibilità di coesistenza tra queste due comunità con culture così diverse: da una parte c’erano i turchi musulmani e dall’altra gli armeni cristiani. Da quel momento in poi, le persone che non si trovavano dalla parte “giusta” del confine dovettero andarsene – mio padre e mia nonna si trasferirono a Mosca. La questione era allora dove tracciare il confine. Dove avrebbe dovuto essere? Una domanda che 30 anni dopo è ancora al centro del conflitto.

Per diversi anni, mia madre e io abbiamo fatto la spola tra Mosca e Baku. Avevo 3 anni e non capivo cosa stesse succedendo, ma mia madre mi insegnò a rispondere ad alcune domande. Per esempio, quando mi chiedevano come mi chiamavo, dovevo dare il suo cognome invece di quello armeno. Una volta ero dal dentista e un uomo continuava a chiedermi: “Sei azero? Sei sicuro? Davvero?”. È stato un momento piuttosto wild.

In seguito lasciammo Mosca ed emigrammo negli Stati Uniti. Quando dicevo alle persone che ero per metà armeno e per metà azero, spesso c’era una pausa di 40 secondi. Poi, dicevano: “Wow, è davvero strano”, ma questo era tutto, fino allo scoppio della seconda guerra nel 2020. In seguito, le interazioni cominciarono a cambiare. Un giorno, un ragazzo mi contattò su Twitter dicendo: “Ho letto nella tua biografia che sei azero-armeno, cosa significa? – Cosa vuol dire, cosa significa? – Non capisco! – Mio padre è armeno, mia madre è azera, cosa non ti è chiaro? – Ok, mi dispiace per te“. Cosa vuol dire che ti dispiace? Dispiaciuto per cosa? Per questo ho iniziato a twittare le mie opinioni, per cercare di offrire il più possibile una prospettiva.

Tuttavia, ho notato che non appena mi schieravo da una parte, la parte in questione apprezzava questa cosa e la riceveva come un complimento, perché sono “misto”. Tuttavia, quando mi schieravo dall’altra parte, quelle stesse persone non prendevano più in considerazione la mia opinione, per le stesse ragioni. Le persone si sono già fatte un’idea e oggi non nutro molte speranze di cambiare le cose. Mi sono anche reso conto che, pur avendo un interesse personale nella situazione, non è in gioco nulla di concreto nella mia vita quotidiana, sono legato a questa situazione solo da un punto di vista etico. La guerra appartiene alle persone che sono laggiù.

Come tutti i conflitti, so che alla fine finirà, ma non vedo un futuro roseo né per l’Armenia né per l’Azerbaigian. Cerco di non pensare troppo tra me e me: “Oh, spero che un giorno ci sarà la pace e potrò tornare in Azerbaigian e visitare l’Armenia”.

Marat

Quando Marat nacque a Baku nel 1989, l’Unione Sovietica era al capolinea e stava scoppiando la prima guerra tra Armenia e Azerbaigian. In ballo c’era la creazione della Repubblica del Nagorno-Karabakh da parte degli armeni residenti nella regione, appartenente ufficialmente all’Azerbaigian. Alla prima guerra (1989-1994) ne seguì una seconda nel 2020. Nel frattempo, Marat, suo padre armeno e sua madre azera, emigrarono a Mosca e poi a Seattle. Marat ci parla dell’influenza che questo conflitto ha avuto sulla sua vita e sulla sua identità.

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