window.dataLayer = window.dataLayer || []; function gtag(){dataLayer.push(arguments);} gtag('js', new Date()); gtag('config', 'G-XZCLKHW56X'); Il nostro manifesto - Ereb

Per un giornalismo europeo più umano

Siamo onesti: ormai non si sa più bene cosa voglia dire “essere europei”. Per molti, questa parola evoca noia, freddezza e lontananza. E per una buona ragione: nelle tavole rotonde o nei programmi speciali, le nostre passioni e preoccupazioni raramente trovano spazio. Eppure, dalle strade di Bucarest a quelle di Porto o Atene, dalla campagna lettone alle coste del Mediterraneo, i nostri destini sono uniti. Gli stessi problemi legati al clima, all’esilio, all’identità e alla giustizia sociale ci accomunano. La stessa urgenza ci anima. E sappiamo che ogni giorno, ai quattro angoli d’Europa, all’ombra di Bruxelles e delle potenze industriali o finanziarie, le persone agiscono, lottano, provano, falliscono, ci riprovano, reinventano il nostro continente e dimostrano che altre strade sono possibili.

È per portare le loro storie oltre i confini dei loro Paesi che ereb è nato nel 2021. Per seguire la fuga di 8.200 chilometri dalla Bielorussia di Svetlana; per ascoltare Ricard e i suoi sogni di indipendenza; per sentire la rabbia di Giannis contro i poliziotti che hanno ucciso suo figlio; per seguire i passi decisi di Gaetano, custode della foresta della sua infanzia; per leggere negli occhi di Kristine sia la solitudine dei giorni successivi al suo stupro, nella terra dell’uguaglianza di genere, sia la sua determinazione a cambiare il sistema giudiziario. Far conoscere queste storie significa restituire potere ai loro protagonisti e metterli in contatto con chi le scopre. Significa disegnare un volto più autentico del nostro continente. Significa lottare contro la rassegnazione e impegnarsi per un’Europa più unita, rappresentativa e inclusiva.

Un’Europa di esperienze

In ereb pratichiamo un giornalismo intimo. Crediamo che siano le piccole storie a plasmare quelle grandi, che il personale sia politico e che meriti tutta la nostra attenzione di giornalisti. Per questo vediamo questo mezzo di comunicazione come una porta d’accesso all’intimità delle notizie europee, che ci piace soprannominare “l’Europa del vissuto”. Il punto di partenza di uno dei nostri reportage scritti, fotografici o video, o di una newsletter, sono sempre i fatti, ma soprattutto le persone. Lasciamo i freddi corridoi di Bruxelles e i numeri grezzi dei rapporti agli esperti delle istituzioni europee per concentrarci sulle persone coinvolte nel vortice degli eventi in tutto il nostro continente. Crediamo che siano le loro esperienze a creare le buone storie, quelle che stimolano, arricchiscono, scioccano, sconvolgono, ispirano e spingono all’azione.

Transfrontaliero e poliglotta

Per i Fenici, “ereb” significava il luogo dove tramonta il sole, l’area geografica al di là del Bosforo: l’Europa. È questo spazio all’incrocio tra le terre del continente e il Mar Mediterraneo, frutto di una storia umana in movimento, ricca e complessa, che ereb vuole raccontare oggi. Le nostre produzioni giornalistiche attraversano i confini, così come hanno fatto i 17 milioni di europei che vivono al di fuori del loro Paese di nascita. Confini geografici, politici, ma anche linguistici. Per mettere in contatto gli europei nel modo in cui vogliamo e rappresentarli nella loro diversità, non possiamo limitarci a una sola lingua. Limitarci a una sola lingua significherebbe ridurre la nostra immaginazione a un solo volto. Tutte le nostre produzioni – frutto del lavoro comune di giornalisti di diverse nazionalità e provenienze – sono quindi disponibili in francese, inglese e italiano.

Giornalismo impegnato

Abbiamo creato ereb perché sognavamo un media europeo all’altezza delle sfide che dobbiamo affrontare. ereb è un media impegnato nella scelta dei temi – giustizia sociale, emergenza ambientale, identità ed esilio – ma onesto e serio nel modo in cui li affronta. Non ci paracadutiamo in un luogo per la durata di un reportage, ma ci avvaliamo di giornalisti affermati che conoscono l’argomento e il territorio. Abbiamo scelto un ritmo di produzione lento per avere sempre il tempo di immergerci nella realtà quotidiana e di verificare tutte le informazioni prima di pubblicarle. Il nostro lavoro giornalistico è anche a lungo termine. Una volta trattata una storia, non la lasciamo da parte, ma torniamo ad occuparcene per seguirne l’evoluzione. Il modello aziendale diversificato e la governance cooperativa che abbiamo messo in atto ci permettono di svolgere questo lavoro in modo indipendente, dalla scelta degli argomenti al loro trattamento.

Impresa collettiva

ereb è più di un media, è anche una comunità di cittadini che vogliono essere coinvolti in ciò che leggono. Le persone che hanno aderito al nostro programma di iscrizione a pagamento, i nostri membri come li chiamiamo noi, sono al centro della produzione editoriale, poiché partecipano ogni mese alla selezione dei prossimi reportage. Ci affidiamo all’intelligenza collettiva e alla curiosità dei nostri membri per guidarci.  Insieme decidiamo cosa è importante inserire nell’agenda dei media. Insieme sperimentiamo un modo diverso di fare giornalismo.

In ereb, “collaborazione” è la parola d’ordine a tutti i livelli. Nelle nostre pratiche editoriali: i nostri reporter lavorano in coppia e i loro articoli sono sempre arricchiti da un occhio esterno per incrociare i punti di vista sullo stesso argomento. Nel rapporto con voi, il nostro pubblico: la redazione si nutre continuamente delle opinioni e delle idee dei nostri soci, li incontra regolarmente. Nel funzionamento cooperativo della nostra azienda: ogni dipendente ha voce in capitolo nel portare avanti la nostra storia. Infine, nel rapporto con i nostri partner: ereb fa parte del consorzio di media europei indipendenti Sphera Network, e partecipa così alla costruzione di un ecosistema mediatico più unito su scala continentale.

Come potete vedere, non abbiamo paura di sperimentare e crediamo nel potere del collettivo. D’altro canto, sappiamo che non è possibile produrre giornalismo europeo di qualità senza membri disposti a seguirci e a sostenerci.

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Il team di ereb